Il Friuli Venezia Giulia si candiderà a diventare Regione pilota per la sperimentazione della strategia europea che mira a raggiungere un’economia con emissioni zero di gas a effetto serra entro il 2050, obiettivo al centro del Green Deal europeo. Lo ha deciso la Giunta regionale in seguito alla comunicazione con cui l’assessore alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro ha comunicato l’operatività del progetto. “La proposta è di suggerire alla Ue – spiega Scoccimarro – l’individuazione della nostra regione per la sperimentazione della strategia anche in considerazione della superficie e della morfologia del territorio, sufficientemente piccolo rispetto al continente europeo, ma sufficientemente grande e diversificato, per testare e valutare le ricadute delle politiche ed eventualmente riprodurle a livello comunitario”. “Se la candidatura andrà a buon fine gli obiettivi da perseguire risulterebbero più stringenti di quelli fissati dalla Commissione Europea, posto che, diversamente dalle altre Regioni e dagli altri Stati della Ue, tenuti a raggiungere la neutralità entro il 2050, il Friuli Venezia Giulia dovrebbe impegnarsi a conseguirli in tempi più ristretti, presumibilmente ridotti di almeno 5 anni rispetto ai 30 assegnati nel restante ambito europeo. E’ quindi necessario definire – ha fatto sapere l’assessore – una programmazione rigorosa e lungimirante da avviare immediatamente, al fine di predisporre prima di altre Regioni e Nazioni un documento da sottoporre all’esame della Commissione”. Giungere alla neutralità dal punto di vista delle emissioni, entro un orizzonte temporale di 25 anni, vuol dire adoperarsi per la diminuzione delle emissioni per una media annua almeno pari al 4% rispetto alle emissioni che oggi si registrano in Friuli Venezia Giulia. “Per dare un’idea dello sforzo richiesto – ricorda Scoccimarro – occorre considerare che le emissioni annue attuali della centrale termoelettrica a carbone di Monfalcone rappresentano all’incirca il 5% delle emissioni totali annue attribuibili al territorio regionale”. La road map messa a punto dalla Regione Fvg prevede entro 8 mesi lapredisposizione della prima bozza di programma, entro 12 mesi il primo confronto ufficiale con UE, Stato e autorità finanziarie; entro 18 mesi il programma definitivo con valutazione delle necessità finanziarie e delle relative modalità di reperimento di fondi europei. Di concerto con la Commissione Europea verrà quindi stilato un programma unico regionale che preveda interventi multisettoriali, ma in particolare nei settori industria; agricoltura; trasporti (pubblici e privati, logistica, etc); sistema edilizio (pubblico e privato); sistema di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; finanze; ricerca, educazione e lavoro. La Commissione dovrebbe fornire il proprio supporto sia in fase di predisposizione del programma, sia nel reperimento di parte delle risorse necessarie. Nello svolgimento dei lavori andranno, inoltre, affrontati due temi chiave ai quali la Commissione Europea oggi dedica grande attenzione: l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’educazione, intesa quale sensibilizzazione dei cittadini all’adozione di comportamenti virtuosi. Per quanto riguarda il primo tema, la Regione sta elaborando il Piano regionale di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, in ossequio a quanto previsto a livello nazionale. Conseguentemente, la proposta del Friuli Venezia Giulia alla UE dovrebbe prevedere anche la programmazione all’adattamento e mitigazione. “Stante la durata pluridecennale del programma – è auspicio di Scoccimarro – il successo deriverà dalla condivisione e approvazione dello stesso da parte di tutte le forze politiche, sia quelle oggi facenti parti della maggioranza che quelle dell’attuale opposizione per assicurare che l’iniziativa venga sostenuta nel tempo, indipendentemente dall’orientamento politico di chi sarà chiamato a governare l’Amministrazione regionale”.
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