Gli agricoltori sono tranquilli perché sono convinti di non essere responsabili di alcun inquinamento ambientale. Un’affermazione molto impegnativa per rifiutare l’accesso all’istituto della messa alla prova per concludere l’iter giudiziario. Ciò significa aprire le porte al processo per 250 agricoltori.
Il sostegno dei cittadini, dei consumatori è rivolto a una agricoltura regionale di qualità attenta alle risorse ambientali, in primis al suolo, all’acqua, alla biodiversità e al benessere animale. Non disperdiamo questo patrimonio, anzi consolidiamolo, con un ulteriore cambio di passo e imparando dagli errori. Già diverse imprese stanno operando in tal senso. Uscire dal processo penale con una procedura, quale l’istituto della messa alla prova, che prevede la partecipazione alla formazione, per promuovere alcune competenze chiave in campo, rappresenta una opportunità in tal senso. E ciò al di là di ogni valutazione sulla responsabilità penale dei singoli imputati che non ci compete e che, per chi prosegue nel processo, dovrà essere vagliata dall’Autorità Giudiziaria.
Legambiente e il WWF, come già espresso in passato, ritengono che tale Istituto possa essere la strada da percorre in questo tipo di vertenze. Non costituendo un’assunzione di responsabilità da parte degli indagati in ordine ai fatti che vengono loro contestati ha l’indubbio vantaggio di estinguere il procedimento penale a loro carico, con i relativi costi connessi e non di non pregiudicare futuri contributi della PAC o di costituire motivo di una loro revoca.
Il WWF e Legambiente presenteranno a breve i contenuti per una proposta di legge regionale per la tutela degli insetti impollinatori.