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“L’ottimo lavoro compiuto dal personale del Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale (Noava) del Corpo forestale regionale, al quale spetta un sentito ringraziamento, sta dando ottimo risultati nel contrasto al bracconaggio, in particolare per quanto riguarda la cattura e la caccia illecite di uccelli. L’azione di controllo attutata in Friuli Venezia Giulia ha infatti permesso di individuare i soggetti dediti a questa pratica illecita che, danneggiando molte specie protette, causa gravi danni all’ambiente”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna, Stefano Zannier, dopo che nei giorni scorsi, il Noava ha colto in flagranza di reato una persona dedita all’uccellagione nel Comune di Varmo. Si tratta dell’ultima di una serie di operazioni volte a contrastare il bracconaggio in materia di cattura di avifauna, attività illegale praticata soprattutto nel periodo autunno-inverno in occasione dei passaggi migratori, ma che non conosce sosta nemmeno in altri periodi dell’anno. Gli operatori del Noava, con la collaborazione dei colleghi delle stazioni forestali di Gemona del Friuli, Pontebba e Tolmezzo, hanno condotto numerose azioni nelle zone di Ampezzo, Chiusaforte, Tolmezzo, Gemona del Friuli, Faedis, Reana del Rojale, Basiliano e Varmo, che hanno portato al sequestro di 137 uccelli vivi, 103 dei quali sono stato liberati immediatamente, mentre i rimanenti sono stati affidati a un centro di recupero per la riabilitazione. Le attività d’indagine hanno portato inoltre al sequestro di 76 uccelli congelati, 153 reti da uccellagione, 550 panie, 300 lacci, 5 richiami elettromagnetici, 5 tagliole, 6 gabbie trappola, 1.600 munizioni da caccia, nonché attrezzi per l’alterazione degli anelli identificativi per l’avifauna. Sono state segnalate all’Autorità giudiziaria 8 persone, alle quali sono stati contestati vari reati: dal furto, ipotizzabile per colui che si appropria della fauna selvatica senza essere in possesso della licenza di caccia, all’uccellagione, all’uccisione o al maltrattamento di animali e, in alcuni casi, alla detenzione di fauna particolarmente protetta. Di particolare rilevanza un’indagine condotta della Stazione forestale di Pontebba e supportata dal Noava, sotto la direzione della Procura di Udine, la quale ha permesso di individuare un sito di cattura nell’area di Chiusaforte, che rientra tra le poche dell’arco alpino individuate come ‘valichi montani di interesse per le rotte di migrazione’. In queste località è vietata qualsiasi attività venatoria nei confronti della fauna migratoria, perché gli uccelli dopo centinaia di chilometri necessitano di una sosta per riposarsi prima di proseguire la migrazione verso Sud. Nello stesso periodo il Noava, coadiuvato frequentemente anche da personale della vigilanza venatoria della Federazione italiana della caccia, si è orientato anche al contrasto della caccia alla posta alla beccaccia, che consiste nell’appostarsi al crepuscolo e all’alba in luoghi idonei, nel momento in cui questi uccelli, attivi particolarmente di notte, si recano nelle aree libere da vegetazione per alimentarsi e poi fare ritorno nel bosco per il riposo. Questa pratica venatoria, oltre a essere espressamente vietata, è anche pericolosa perché – data la scarsa visibilità – chi la pratica rischia di colpire anche altre specie non cacciabili come ad esempio gufi, allocchi e civette. A tale riguardo, nella fascia pedemontana che va da Nimis a Faedis sono state sanzionate cinque persone che si dedicavano a tale attività vietata, tra cui una che alla vista degli agenti ha tentato la fuga ed è stata denunciata alla Procura della Repubblica per resistenza a pubblico ufficiale, furto e porto abusivo d’arma. Un fattore determinante per l’attività di contrasto al fenomeno del bracconaggio è la collaborazione delle persone sensibili alla tutela della fauna selvatica e dell’ambiente, che non esitano a segnalare la presenza di reti o il rumore di spari sospetti. Il Corpo forestale regionale invita chiunque s’imbattesse in reti per uccellagione, tagliole o altri attrezzi utilizzati per la cattura di fauna selvatica, ad allontanarsi immediatamente senza correre rischi né lasciare segni di presenza, contattando con tempestività il Noava (tel. 0432 660092, email noava.cfr@regione.fvg.it) o la Stazione forestale competente per territorio, fornendo gli elementi utili per l’individuazione del sito. Tutte le segnalazioni che pervengono al Nucleo Operativo per l’Attività di Vigilanza Ambientale, con priorità per quelle più puntuali e documentate, vengono verificate nella loro attendibilità e riscontrate sul posto per fronteggiare immediatamente i possibili comportamenti illeciti.