Nell’ambito dei negoziati sul clima della COP26, i leader mondiali hanno dichiarato di voler porre fine alla deforestazione entro il 2030 con un impegno da quasi 20 miliardi di dollari. Tra i firmatari della dichiarazione anche il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin.
“Si stima che la deforestazione rappresenti il 18% delle cause di incremento dell’effetto serra per il Pianeta, ma eliminare le cause del degrado e della perdita di superficie forestale vuol dire prima di tutto cambiare radicalmente stili di vita e reinterpretare i consumi attraverso la lente della bio-economia e della decarbonizzazione”, ha commentato Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia, ente promotore della sostenibile gestione delle foreste.
“Per combattere la deforestazione si devono combattere le illegalità ma anche ritornare ad un modello di consumo vicino a quello delle società precedenti all’ubriacatura dell’economia lineare, cioè quella economia basata sulla produzione di rifiuti e sull’uso del petrolio e sui suoi derivati”.
“Il mondo forestale deve essere protetto per preservare la biodiversità globale, ma può anche contribuire moltissimo alla realizzazione di una visione del mondo affrancato dalle energie fossili e dall’uso di plastica – prosegue Brunori – Questo però potrà avvenire solo se la gestione delle risorse forestali sarà responsabile e sostenibile, se i consumi saranno adeguati alle necessità e se ci sarà uguale attenzione al Capitale sociale e al Capitale Naturale”.
“Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta anche all’interno dei Paesi che hanno firmato questa importante dichiarazione”, conclude il PEFC Italia. “L’impegno di questi Paesi non deve quindi fermarsi ai ‘Bla-bla-bla’ ma tramutarsi subito in impegno concreto per contrastare deforestazione nel Sud del Mondo e abbandono delle aree forestali (fenomeno che interessa i Paesi europei). In Italia e in Europa, infatti, il problema principale legato alle foreste non è dovuto alla deforestazione, quanto piuttosto all’abbandono di estese superfici di foreste e aree montane, con conseguenti effetti negativi per l’ambiente e per l’uomo (anche in termini di maggiori importazioni di prodotti alimentari ad alto livello di ‘deforestazione incorporata’). Pensiamo per esempio al rischio idrogeologico o alla diffusione degli incendi spesso legati all’incuria e alla mancata gestione delle foreste e per i quali la prevenzione è l’unica arma davvero efficace che abbiamo a disposizione”.