Dopo la fase acuta del Covid-19 e la devastazione della tempesta Vaia, due eventi gravi che hanno pesato molto sul debole tessuto produttivo montano, occorre produrre un grande sforzo e una grande capacità collaborativa per cogliere le potenzialità che l’uso massiccio del legno locale possono offrire ai territori montani. Un potenziale di crescita che potrebbe moltiplicare almeno per 10 gli attuali valori, creando molte decine di nuovi posti di lavoro, nelle aree periferiche dove la crisi si fa sentire maggiormente e dove l’attuale situazione potrebbe favorire ulteriormente una “discesa verso il basso”. Esiste un patrimonio forestale di prim’ordine, disponibile in quantità più che sufficiente a dar da lavorare agli operatori locali, che non riesce a essere valorizzato in loco, ma finisce per buona parte all’estero assieme al valore aggiunto che potrebbe generare. Questa la visione della cooperativa Legno Servizi, attrice attiva del settore.
Occorre che gli operatori, assieme alla Regione, sviluppino una visione che metta al primo posto la crescita e la creazione di nuove imprese capaci di trasformare il prodotto “in casa”, che investano in nuove tecnologie di trasformazione, di conservazione, di nuovi prodotti, che contribuiscano alla valorizzazione del patrimonio forestale “in loco” per contrastare l’esportazione del legname tondo verso altre destinazioni. Una valorizzazione che trovi coinvolti tutti i soggetti della filiera: imprese di utilizzazione, di trasformazione e segherie, in un progetto che può contare su un “vantaggio competitivo” che molti non hanno: la materia prima di qualità, certificata per la gestione forestale sostenibile, disponibile in buone quantità.
Nei prossimi anni, e già i segnali ci sono, non possiamo organizzare la produzione nelle aree montane su comparti che dipendono sempre più da filiere e dinamiche di mercati che non controlliamo; non possiamo soggiacere a ricorrenti tensioni sulla materia prima legno, per la quale assistiamo a periodiche “corse all’accaparramento”, schiacciati dalla logica del più forte. Se non ci sarà una “concorrenza locale” capace di contrastare questi fenomeni, assisteremo alla svendita dei nostri boschi e alla “schiavitù” del materiale (lavorato) da importazione. Le nostre foreste soffriranno, le nostre imprese saranno costrette a sopravvivere e faticheranno a reggere l’urto.
Dunque, ripartiamo dal legno locale! Gli ingredienti per un buon risultato ci sono tutti. Da Legno Servizi, dal Consorzio Boschi Carnici, dall’Associazione dei Boscaioli (Aibo), alle varie reti di imprese che in questi anni si sono costituite, alle segherie, ci sono le professionalità per migliorare e progredire assieme, aumentando gli occupati, facendo crescere il territorio, ora in sofferenza.
Questa è la proposta lanciata da Legno Servizi per rilanciare il comparto del legno nelle zone montane della regione e per ricominciare, oltre la normalità di prima, dopo Covid-19.
«Lo facciamo convinti che il futuro, che è già presente, premierà il settore, persuasi che se adeguatamente sostenute, le nostre imprese potrebbero crescere significativamente – afferma Emilio Gottardo, presidente della cooperativa carnica. Lo facciamo per mantenere competitive e propositive le nostre imprese associate, soprattutto in questo momento. Ma non ci riusciremo da soli. Riusciremo a incidere e a suggerire a chi ci governa la direzione da mantenere se saremo uniti e convinti prima di tutto noi, imprenditori e organizzazioni di questo territorio. Se lo faremo, avremo più forza e chi ci governa ci ascolterà. Il territorio ne ha bisogno, e ripartire dal legno locale per un suo uso generalizzato nelle costruzioni e negli arredi urbani, come hanno fatto, prima e meglio di noi, altri territori contermini, sarà di gran beneficio anche per le casse regionali. In questa ottica, Legno Servizi, assieme a soggetti pubblici e privati qualificati, si è fatta promotrice di una proposta concreta che verrà presentata prossimamente alla Regione per sostenere tutto il comparto foresta-legno nell’ottica di un uso diffuso e crescente del legno locale come materiale da costruzione. Mai come oggi – conclude Gottardo – scelte che maturano altrove hanno influssi sulla porta di casa. Per questo occorre un approccio glocale: globale nella visione, locale nell’attenzione alla capacità produttiva nostra». (Essegipress)