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Implementare la qualità e la quantità della raccolta differenziata dei rifiuti organici; rendere sempre più efficiente il loro riciclo attraverso il completamento della rete impiantistica sul territorio nazionale e i rinnovamento tecnologico del parco impiantistico esistente; valorizzare i prodotti del riciclo organico.

Sono questi, in sintesi, gli obbiettivi che il CIC – Consorzio Italiano Compostatori ribadisce in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo del 18 marzo – dopo averli presentati in audizione al Senato – in merito alla Missione 2 del PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza che riguarda “i grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento”. Nei prossimi mesi è necessario definire una strategia nazionale per l’economia circolare, che persegua la riduzione dell’uso di materie prime non rinnovabili, la diminuzione del volume di rifiuti, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti.

Nell’ambito delle raccolte differenziate urbane, quella del riciclo del rifiuto organico ha un ruolo di assoluta centralità, il 40% del totale, con 7,3 milioni di tonnellate di umido e verde raccolti nel 2019 grazie ai 45 milioni di cittadini coinvolti, e con una prospettiva di ulteriore crescita nei prossimi anni, grazie alle nuove disposizioni normative che prevedono l’obbligo della raccolta a tutto il territorio nazionale coinvolgendo 60 milioni di cittadini e puntando alla raccolta di 10 milioni di tonnellate.

Secondo il CIC il completamento e consolidamento della filiera del recupero dei rifiuti organici avrà ricadute economiche e sociali di grande spessore. “A partire dall’occupazione, che si accompagna alla crescita della raccolta differenziata e successivo riciclaggio dei rifiuti organici: secondo le stime del Consorzio può crescere di oltre 4.000 addetti grazie al completamento delle raccolte differenziate, andando a coprire l’intero territorio nazionale (come peraltro prescritto, entro la fine del 2021, dall’art. 182-ter del D.lgs 152/06)”, spiega Flavio Bizzoni, Presidente del CIC. Sul fronte impianti, agli attuali circa 150 se ne dovranno aggiungere almeno altri 50, concentrati soprattutto al Centro-Sud, dove la gestione dei rifiuti organici potrebbe diventare anche occasione di inclusione sociale per le aree territoriali dove è maggiore la distanza dagli obiettivi di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti. Nel complesso, inoltre, il fatturato diretto (senza indotto) legato al settore del Biowaste in Italia potrebbe passare da 750 milioni di euro a 1,2 miliardi di euro.

“I fondi che verranno messi a disposizione grazie al PNRR sono una risorsa straordinaria in grado di cambiare il volto dell’Italia in chiave sostenibile”, aggiunge Massimo Centemero, Direttore del CIC. “Nell’agenda politica e nel piano, il settore del biowaste merita un’attenzione particolare, in quanto emblema dell’economia circolare e eccellenza del nostro Paese: il rifiuto organico, correttamente differenziato e raccolto, può infatti trasformarsi in compost, fertilizzante naturale che può tornare alla terra e rivitalizzare il suolo, e in biocarburanti avanzati sotto forma di biometano. Ribadiamo inoltre la necessità di dedicare attenzione al suolo, in quanto risorsa non rinnovabile, investendo in pratiche rigenerative atte a renderlo più resiliente e in grado di contribuire alla decarbonizzazione dell’atmosfera attraverso l’assorbimento di carbonio”.

Gli obbiettivi del CIC
In linea con i principi delineati dal PNRR, il CIC dunque propone i seguenti obiettivi.

• 60 milioni di abitanti – Il primo obiettivo individuato dal CIC riguarda l’implementazione della quantità di raccolta differenziata, da ottenere con il coinvolgimento di tutta quella parte di popolazione ancora non raggiunta dalla raccolta differenziata dell’organico. Oltre all’estensione su tutto il territorio nazionale della raccolta differenziata del rifiuto organico, è necessario anche istituire un un tavolo che accompagni e sostenga l’effettiva attivazione nelle zone non ancora coperte dal servizio.
• Ridurre le impurità – Altro obbiettivo cruciale è quello del miglioramento della qualità del rifiuto raccolto. Affinché la percentuale media di impurità presenti nella raccolta dell’organico si abbassi sotto il 2%, è necessario che vengano messe in campo importanti operazioni di sensibilizzazione e comunicazione. La presenza di contaminazioni tra filiere diverse genera infatti pesanti ripercussioni nella fase di riciclo dell’organico.
• Impianti per una filiera corta – Colmare il gap impiantistico è fondamentale per aumentare la sostenibilità ambientale ed economica di tutta la filiera di riciclo della sostanza organica. Il CIC torna a chiedere la costruzione di nuovi impianti di compostaggio e di digestione anaerobica e compostaggio e soprattutto il rinnovamento di quelli esistenti. Per farlo, sono necessarie forme di finanziamento agevolato per la realizzazione di impianti in aree dove esiste una effettiva carenza impiantistica (Centro-Sud in particolare) e/o per il revamping di impianti esistenti che possano assecondare le linee di innovazione tecnologica per cui l’Italia è all’avanguardia. Completare il sistema impiantistico intercetterebbe anche un altro degli assi del PNRR, ossia quello dell’inclusione sociale: fare impianti di compostaggio e digestione anaerobica al Sud porta infatti crescita, occupazione e reddito in quelle regioni.
• Valorizzazione del compost – Non ultimo in termini di importanza è l’obiettivo relativo alla valorizzazione dei prodotti ottenuti dal riciclo dell’organico dotati di sistema di Assicurazione della Qualità. Particolare attenzione in questo caso al compost, da incentivare come materia prima rinnovabile per il settore orto-floro-vivaistico in sostituzione delle torbe e come stock di carbonio al suolo e come fonte di fertilità organica per i suoli italiani sempre più impoveriti. Per quanto riguarda il biometano si tratta di sostenere politiche di consumo, ad esempio mediante forme di incentivazione all’impiego come carburante avanzato per le flotte per la raccolta dei rifiuti, per i mezzi dei trasporti pubblici, su trattori e macchine agricole per la movimentazione terra.
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